Museo dello sport Vercelli
CONCORSO NAZIONALE DI PROGETTAZIONE DI UN COMPLESSO EDILIZIO ATTO AD OSPITARE EVENTI SPORTIVI DI RILEVANZA NAZIONALE E INTERNAZIONALE E IL MUSEO DELLO SPORT
L’ inserimento nell’ambito urbano
L’ambito di intervento, inteso come area direttamente interessata alle modificazioni, è costituito dalla superficie compresa fra le vie Massaua, Derna, XX Settembre e Tripoli, ma il progetto prevede interventi edilizi limitati alla porzione tra la via Derna e lo stadio esistente, oltre al sedime dell’attuale posteggio.
Il tessuto urbano in cui l’area si inserisce è caratterizzato da un impianto ortogonale in cui i fronti edificati, allineati prevalentemente lungo il perimetro degli isolati, disegnano la forma dello spazio costruito. A partire da tale considerazione, dalle caratteristiche geometriche dell’area edificabile e dalle indicazioni contenute nel bando, l’impianto di progetto definisce due volumi allineati lungo il filo stradale, il palazzetto dello sport e il parcheggio multipiano, le cui facciate rettilinee sottolineano il tema del fronte urbano, confrontandosi con gli edifici esistenti che tracciano il fronte est della via Derna, dall’incrocio con via Massaua a quello con via XX settembre. Sul fronte interno il palazzetto distribuisce passerelle e scale per le uscite di sicurezza ai vari livelli, raccordandosi con i percorsi di servizio esterni all’edificio e, dai piani alti, offre una vista privilegiata verso lo stadio.
Analogamente, il parcheggio multipiano, dispone lungo la via Derna una facciata muraria lineare e compatta e livelli che sfruttano il naturale dislivello del terreno, per raccordarsi con il parco Camana per mezzo di solai sfalsati, che si integrano con la vegetazione grazie a un rivestimento perimetrale di griglie metalliche, su cui far crescere essenze rampicanti, e con percorsi di uscita e terrapieni distribuiti e modellati per congiungersi con i tracciati del parco medesimo.
Il progetto mantiene costante la quota di spiccato a partire dall’incrocio tra le vie Derna e Massaua in modo da garantire la migliore facilità di accesso e sfollamento del pubblico e contemporaneamente sfruttare i livelli esistenti, evitando eccessivi lavori di sbancamento e di riporto.
L’esigenza di mantenere le quantità complessivamente destinate a verde e le principali essenze arboree presenti in sito, il tracciato interrato della roggia e la raccomandazione di prevedere un area di rispetto per il gruppo di cedri, suggeriscono l’opportunità di progettare una piccola piazza pedonale, in corrispondenza del prolungamento della via Crosa, a conferma delle connessioni già esistenti tra via Derna e via Tripoli. Sulla piazzetta convergono gli affacci principali del posteggio pluripiano e del palazzetto dello sport, e in essa, si intrecciano i flussi verso il parco Camana e lo Stadio, il percorso pedonale verso via Tripoli e l’ingresso al palazzetto, identificato da una tettoia/terrazza, che si protende a guidare gli spettatori e i visitatori del museo. Il dislivello di circa 50 centimetri tra la via Derna e la piazzetta viene distribuito lungo una morbida gradonata che introduce alla zona pedonale. L’accesso ai veicoli di servizio è garantito da rampe carrabili. Il piccolo edificio che attualmente segna l’ingresso allo stadio è stato ridisegnato in modo da inserirsi in modo omogeneo nel progetto della piazzetta.
La disposizione delle funzioni segue un percorso gerarchico legato alla intensità e alle caratteristiche dei flussi: nella testata a nord, verso la piazzetta, il pubblico più numeroso e generico, diretto alle attività museali, al bar, alle manifestazioni sportive o culturali che si svolgono nello stadio e nel palazzetto; a sud gli accessi per il pubblico più specializzato, addetti, atleti, praticanti, utenti delle attrezzature sportive, della palestra e del centro benessere, i percorsi di accesso per le squadre e l’ingresso delle ambulanze.
Lo studio delle strutture in progetto tiene conto della collocazione urbana, delle utenze indicate nel programma, delle strade di accesso e delle varie, possibili, condizioni di utilizzo, tanto nel prevedibile uso quotidiano, quanto in occasione degli eventi di ampio richiamo, che possono comportare flussi intensi e numero di presenze all’interno dei diversi spazi particolarmente elevato. Questo sia nello studio dei percorsi e degli spazi esterni, sia nell’impostazione distributiva interna, sia nello studio delle strutture portanti e sia ancora nella definizione degli impianti. Tutti gli spazi esterni e interni sono progettati in modo da garantire la accessibilità a persone disabili, ai fini di assicurarne la partecipazione come visitatori e spettatori, e come praticanti delle attività sportive.
Gli accessi pedonali allo Stadio vengono conservati nella loro ubicazione, i parcheggi per il pubblico esterno vengono portati a 360 posti auto, raggiungibili da via XX settembre, mentre una piccola quota di parcheggi separati, riservati agli addetti e alle squadre agonistiche, vengono ricavati nel percorso a fianco degli spogliatoi, unitamente agli spazi riservati alle manovre dei mezzi di soccorso.
I percorsi di allontanamento del pubblico presente all’interno del palazzetto sono disposti lungo il fronte est, mentre le vie di fuga dall’interno del campo di gioco sono ubicate sul fronte ovest, in corrispondenza del portico.
Il palazzetto
Lo spazio interno è concepito come un piccolo sistema urbano articolato e attraversato da strade coperte, all’interno di un involucro unitario, coperto da una struttura reticolare spaziale in acciaio, appoggiata su ordini di pilastri disposti longitudinalmente. I percorsi interni – atri, corridoi, scale, disimpegni – sono concepiti per forme, dimensioni, sequenze, in modo da consentire una chiara e razionale individuazione delle diverse zone funzionali. In questo modo piazzetta e percorsi interni al palazzetto costituiscono un sistema unitario di luoghi di relazione, in cui le diverse attività presenti interagiscono, promuovendo e valorizzando le discipline sportive come occasioni di cultura urbana.
Sotto la copertura sono contenuti i due volumi che ospitano, verso sud, il complesso degli spogliatoi e della palestra; verso nord il museo, l’ingresso degli spettatori e il bar. I volumi interni si arretrano con terrazze rivolte verso il campo centrale, collegate da un anello di passerelle che si sviluppa lungo il perimetro del campo, suggerendo molteplici, possibili affacci e punti di osservazione verso lo spazio di scena e di gioco, offrendo la possibilità, a seconda della configurazione assunta dalle tribune mobili interne, di concentrare l’attenzione sul campo centrale o disperderla sulle balconate intorno ad esso.
Dalla copertura, penetra da nord una luce diffusa che si diffonde sul campo e sugli spazi connessi, si incunea nel museo e nella biblioteca, avvolge gli spazi del centro benessere; anche dalle pareti esposte a est e a ovest la luce filtra, scandita da ampie aperture vetrate, concepite in modo da ridurre gli effetti della luce diretta e insieme permettere la comunicazione visiva tra l’interno e l’esterno dell’edificio.
L’area museale è collocata come primo elemento del sistema, all’interno di un volume ben identificato all’interno dello spazio protetto dalla copertura reticolare, immediatamente accessibile dal percorso che dalla piazzetta conduce all’interno del palazzetto. Lo spazio espositivo (per una superficie di circa 400 mq) si sviluppa attraverso due percorsi ad anello sovrapposti, al piano terreno e a quello superiore, affacciati su un pozzo di luce centrale illuminato dalla copertura. Sullo stesso perimetro appoggia la biblioteca, al terzo livello, e al di sopra ancora i laboratori e gli uffici della amministrazione, mentre nell’interrato trovano posto gli spazi tecnici e i magazzini.
Il museo si annuncia all’esterno attraverso le ampie vetrate del bookshop, affacciate sulla piazzetta, e attraverso una grande finestra nel fronte sulla via Derna, che mette in relazione l’interno dello spazio museale con la città.
Lo spazio per lo sport
Le dimensioni del campo e delle attrezzature di servizio sono progettate con caratteristiche e dimensioni adatte per disputare gare nazionali e internazionali di pallamano, basket, volley. Nel caso di manifestazioni culturali o di intrattenimento, il palazzetto può ospitare un numero di spettatori seduti che, nel caso di utilizzo di tutte le pedane mobili e del parterre del campo, può raggiungere i 1300 posti a sedere. Il campo sportivo è disposto al piano di campagna, per agevolare i percorsi di accesso e le vie di fuga. Le tribune fisse sono disposte a più livelli, per compensare alle dimensioni limitate dell’area edificabile e contemporaneamente offrire una visione più ravvicinata delle manifestazioni.
Le balconate, ricavate dall’arretramento dei volumi interni al palazzetto, consentono diverse configurazioni dello spazio interno: su di esse si possono appoggiare le tribune mobili, oppure possono assolvere ad altre funzioni sportive o sceniche. Nel caso di manifestazioni sportive dedicate alla scherma, che richiedano un numero elevato di pedane (20), queste possono essere posizionate in parte nel campo centrale, in parte nella palestra e in parte nelle balconate laterali ai diversi livelli. Tutti questi ambienti (palestra esclusa) sono collegati e distribuiti intorno al campo centrale, consentendo la partecipazione visiva diretta degli spettatori e una suggestiva scenografia dell’evento sportivo nel suo complesso.
A diretto contatto con il campo centrale sono collocati gli spogliatoi per gli atleti e gli altri ambienti di servizio, con percorsi diretti e separati, che dal posteggio esterno riservato conducono all’interno dei medesimi e di qui al campo da gioco. Un grande atrio ad imbuto consente, da via Massaia, l’ingresso controllato degli addetti, dei membri delle associazioni sportive, degli utenti della palestra e del centro benessere, che utilizzano spogliatoi collocati al piano terra, accanto a quelli degli atleti, ma da essi separati distributivamente. In questo modo si rende possibile un uso integrato degli spogliatoi, a seconda delle diverse occasioni e affollamenti. I percorsi dagli spogliatoi al campo e alla palestra sono organizzati in modo da evitare di dover attraversare l’atrio in abbigliamento sportivo. La palestra per il fitness è ripartita in due ambienti: uno per le attività a corpo libero, il cui spazio è reso il più possibile sgombro da pilastri di sostegno, e uno dedicato all’uso di attrezzature fisse, in cui la presenza di pilastri non costituisce una interferenza sfavorevole. Ad una quota intermedia della palestra si affaccia una balconata – al di sotto della quale si possono collocare i necessari depositi per gli attrezzi e ospitare le tribune mobili – balconata che costituisce un elemento di comunicazione visiva tra campo centrale e palestra. All’ultimo piano, nella collocazione più riservata e soleggiata, sono collocati i locali del centro benessere, con spazi per il trattamento del corpo e il relax, balconate affacciate verso il campo centrale e verso lo stadio.
Al piano interrato sono ricavati i locali tecnici necessari al funzionamento delle attrezzature previste negli ambienti sovrastanti e a integrazione degli impianti principali collocati sopra la copertura.
Il bar è inserito nel blocco nord del palazzetto, accanto al museo, lungo il percorso di ingresso; si affaccia sulla piazzetta di fronte alla grande vasca erbosa che circonda i cedri e si espande verso di essa con il dehors estivo. Il volume del bar si protende verso lo stadio fino a lambirne la recinzione, in modo da servire contemporaneamente le due strutture sportive.
Oltre al piano terreno, che contiene la sala principale, la cucina e i servizi, il bar dispone di un piano superiore soppalcato e di un terrazzo, aperto ma rinchiuso da pareti, da cui una grande finestra incornicia la vista verso lo Stadio.
La forma del palazzetto
L’edificio nel sua sagoma di insieme si modella a partire da un grande blocco unitario di 88 x 38 metri, la cui altezza è definita a partire dal prospiciente edifico scolastico, all’incrocio tra via Derna e via Massaua. Il blocco si arretra lungo la via Derna, per ottenere un portico che ne confermi il ruolo gerarchico di asse urbano. A partire dal percorso longitudinale individuato dal portico, il blocco viene ulteriormente scavato lungo le testate a settentrione e meridione, per completare il percorso coperto che mette in comunicazione i due ingressi, verso il museo e il campo da gioco a nord e verso le palestre a sud. Il volume così ottenuto si svuota nella parte centrale per accogliere il sistema del campo di gioco e delle tribune ai vari livelli, ottenendo così due blocchi distinti, del museo e della palestra. Su questi due blocchi si adagia leggera e morbida una copertura permeabile alla luce, che disegna il profilo longitudinale del palazzetto e, al di sopra di questa, a coronamento della struttura del portico, una veletta che attenua la transizione tra il pieno dell’edificio e il vuoto del cielo.
A partire da questo tema unitario, l’edificio si disarticola in un sistema costruttivo complesso, i cui elementi principali sono costituiti dalla struttura di copertura e dagli shed, dai tre ordini di pilastri che la sorreggono, dai tre ordini di tribune fisse collegate alle scale di sicurezza esterne – in cui prevale l’immagine di una orditura leggera in carpenteria metallica – e dai due volumi che contengono museo e bar da una parte, spogliatoi, palestra, centro benessere dall’altra, i cui elementi costruttivi sono prevalentemente concepiti come incontro di setti murari orizzontali e verticali, variamente traforati e tamponati da pennellature metalliche e membrane vetrate.
Percorrendo il portico o osservando il palazzetto dalle strade intorno, l’involucro dell’edificio ne rivela le articolazioni e le funzioni presenti, attraverso il gioco delle trasparenze, le diverse trattazioni delle superfici, l’uso di materiali eterogenei.
L’ immagine dell’edificio ne rivela la natura funzionale e costruttiva, attribuendo alla struttura di copertura il ruolo di “riparo” unificante, e alla trama fitta e slanciata dei pilastri il compito di accentuare gli effetti di trasparenza e il dialogo con i ricami delle palazzine liberty e dello stadio.
Il Parcheggio multipiano
Costruito fuori terra, isolato e a spazio aperto, il nuovo parcheggio è costituito da due strutture in c.a. a pianta rettangolare, collocate su piani sfalsati e divise da un cavedio longitudinale che permette l’aerazione diretta su tutto lo sviluppo perimetrale, oltre che l’ingresso della luce naturale anche nelle parti più interne delle superfici di parcheggio. Le caratteristiche dimensionali e architettoniche del parcheggio sono tali da non comportare compartimentazioni interne; i percorsi di ingresso e uscita, le scale di sicurezza e gli ascensori sono collocati in spazi esterni al parcheggio e distribuiti in modo omogeneo lungo tutto lo sviluppo dell’edificio. L’ingresso e l’uscita dal parcheggio avvengono al piano più basso e le vetture si distribuiscono naturalmente ai diversi livelli, attraverso rampe rettilinee, fino al raggiungimento della postazione di sosta che possono accogliere fino a 360 autovetture.
Il cavedio ospita un piccolo giardino interno, che raccoglie l’acqua piovana convogliata dalla copertura, costituita da due falde metalliche convergenti. Copertura che si prolunga oltre il perimetro del parcheggio, per offrire riparo allo spazio su cui atterrano i percorsi verticali di uscita e che costituisce la connessione diretta tra parcheggio, piazzetta, parco, stadio e palazzetto dello sport.
COMMITTENTE | COMUNE DI VERCELLI |
PROGETTO DI | FRANCO LATTES E PAOLA VALENTINI |
DIREZIONE LAVORI | |
COLLABORATORI | |
PROGETTATO NEL | 2005 |
REALIZZATO NEL | NON REALIZZATO |