Magazzino di Ghilgamesh Torino

RISTORANTE E CAFFÈ MUSICALE

Un piccolo edificio a due piani, inserito nel tessuto misto di un borgo della prima periferia torinese, che aveva ospitato nel corso della sua storia diverse attività produttive e commerciali, è divenuto il contenitore di un “caffè musicale”.

L’affaccio su una piazzetta alberata, a fianco di un’importante via commerciale e la duttilità dello spazio interno costituivano una valida premessa alla trasformazione in un locale di ristoro e intrattenimento.

Il nome del locale, “Il Magazzino di Ghilgames” nato ancor prima del progetto, sottolinea in questo caso il carattere industriale, atto al deposito di merci dell’edificio e cerca al tempo stesso nell’ “epopea di Ghilgames” pretesto per una metafora dell’emancipazione dell’uomo civilizzato, attraverso le espressioni culturali sollecitate dall’universo dei sensi.

Dal succedersi di viaggi, scontri, seduzioni, inni, lamenti, alla ricerca di una immortalità anelata e al tempo stesso rifiutata dalla componente umana dell’eroe, nasce la concezione di un’architettura fatta per episodi, di un itinerario che si arricchisce via via di dettagli e di colori.

Un ex magazzino industriale diviene dunque lo scenario in cui si manifestano una serie di eventi frammentari, come assortimento di oggetti, merci, funzioni esistenti e di altre eventualmente possibili: il percorso di ingresso, il chiosco delle bevande, la somministrazione dei cibi, il palcoscenico, la scala.

Gli ambienti sono ritmati dalla struttura preesistente, a putrelle, voltine e colonne di ghisa, che è stata mantenuta e consolidata come elemento ordinatore e caratterizzante dello spazio interno.

La facciata esterna non è stata modificata nella geometria e nei materiali, per non alterare le caratteristiche e l’inserimento ambientale; l’unico intervento è costituito da un portoncino in metallo e vetro retinato.

La colorazione vivace dei battenti e il maniglione in ferro zincato costituiscono gli unici elementi di richiamo verso la piazza.

Al piano superiore, fuori dall’area di progetto, sono stati realizzati una sala ristorante ed un terrazzo; al piano terreno, le due sale principali, originariamente divise da un muro portante, sono messe in comunicazione da un colonnato di tubi di eternit armato. Nella prima sala, superato il percorso di ingresso che introduce allo spazio interno, la presenza principale è costituita dalle colonne di ghisa, e dalla piccola costruzione in blocchi che contiene il banco bar. Nella seconda sala lo spazio assegnato agli spettacoli è individuato da un piccolo palco in muratura e da una parete schermo dal profilo ondulato suggerito dalla sagoma dei voltini; a destra ed a sinistra della sala due setti in muratura individuano gli spazi di servizio e la scala e proseguono al piano superiore: l’intonaco terranova colorato sottolinea il rapporto tra l’involucro preesistente e gli episodi spaziali che lo ridisegnano.

La funzione del palcoscenico è evidenziata dalla presenza di una struttura metallica che, agganciandosi ai travetti del soffitto, attraversa trasversalmente le sale e sorregge le luci di scena.

COMMITTENTEPRIVATO – ALDO NERI E GIUSEPPE CASTELLAN
PROGETTO DIFRANCO LATTES E PAOLA VALENTINI
DIREZIONE LAVORIFRANCO LATTES
COLLABORATORI
PROGETTATO NEL1987/1988
REALIZZATO NEL1989
IMPORTO LAVORI IN EURO150.000,00
ESPOSTO1990_CONCORSO-PREMIO PER LE PIU’ SIGNIFICATIVE OPERE DI RESTURO E NUOVE REALIZZAZIONI DI BOTTEGHE E NEGOZI TORINESI
PUBBLICATO IN:E. Calvi (a cura di), “Oltre la linea…dell’avanguardia – architettura, testo, contesto”, Guerini e Associati Editore – Milano, giugno 1992                                            F. Lattes e P. Valentini, Il Magazzino di Ghilgameš, in “Progetto e Cronaca”, n°17, 1993, pag. 11